19 luglio 1992, 19 luglio 2021, esattamente 19 anni fa moriva un uomo, un magistrato vittima di Cosa Nostra, un uomo che voleva giustizia ed ha trovato la morte in Via D'Amelio, una strage senza verità e senza tempo: la vittima era Paolo Borsellino.
Borsellino, il cui nome riecheggia e riecheggerà per sempre tra la gente, era un magistrato, una delle più importanti personalità nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.
Egli nacque a Palermo nel 1940, proveniva da un quartiere popolare ed amava giocare a pallone, proprio durante una di quelle partite conobbe Giovanni Falcone, amico di una vita e vittima del suo stesso amaro destino.
Dopo gli studi al liceo classico e la facoltà di giurisprudenza, Borsellino nel 1963 partecipò al concorso per entrare nella magistratura italiana e, classificandosi venticinquesimo su 171 posti, divenne il più giovane magistrato d'Italia.
Nel 1975 il magistrato venne trasferito presso l'ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo ed iniziò le indagini riguardanti la mafia.
Rocco Chinnici, capo dell'Ufficio Istruzione, istituì presso l'ufficio un Pool Antimafia e chiamò Borsellino a farne parte insieme a Falcone ed altri magistrati che si sarebbero occupati esclusivamente dei reati di stampo mafioso. Da quel momento Borsellino inizia a diventare una figura scomoda per la mafia, troppo scomoda.
Nel settembre del 1991, Cosa Nostra aveva già progettato l'uccisione di Borsellino, a rivelarlo fu il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara. Dopo questo fatto il magistrato chiess il trasferimento alla Procura di Palermo come Procuratore Aggiunto, qui concluse le indagini derivate dalle dichiarazioni di Calcara.
Molte furono le indagini da lui condotte magistralmente, le sue vittorie nella lotta contro la mafia lo portarono al tragico epilogo: la strage di Via D'Amelio.
Il 19 luglio 1992 dopo aver pranzato con la moglie e i figli, Borsellino si recò insieme alla sua scorta in Via D'Amelio, dove vivevano sua madre e sua sorella. Esattamente alle 16.58 un boato, una Fiat 126 imbottita di tritolo, parcheggiata sotto all'abitazione della madre, esplose al passaggio del magistrato, uccidendo lui e i cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, che stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta nel momento dell'esplosione.
Furono 10000 le persone che presero parte ai funerali privati di Paolo Borsellino.
A Palermo Borsellino e la sua scorta sono stati ricordati nel ventinovesimo anno dalla loro scomparsa con una cerimonia, le figlie non erano presenti.
"Lascio che in questa occasione siano gli altri, la gente e chiunque ne avverta il bisogno, a ricordare e a riflettere. Io lo faccio sempre incontrando i giovani e andando nelle scuole" - queste le parole di commento di Fiammetta Borsellino, figlia dell'indimenticato magistrato.
"Chi ha paura muore ogni giorno
Chi non ha paura muore una sola volta."
Paolo Borsellino